Per offrire una prestazione di alto livello, un arbitro deve possedere diverse competenze essenziali, tra cui doti atletiche per seguire il ritmo della partita, la capacità di scegliere le priorità concentrandosi sugli aspetti cruciali del gioco, precisione tecnica nell’applicazione del regolamento e soprattutto una forte capacità comunicativa, che rappresenta la base della credibilità arbitrale. Cantatore ha sottolineato che comunicare non significa solo parlare, ma trasmettere autorevolezza, chiarezza e sicurezza attraverso assertività, ovvero la capacità di sostenere con fermezza le proprie decisioni; autorevolezza, che dimostra la padronanza delle regole; e autostima, indispensabile per affrontare la pressione del ruolo. Un altro punto centrale del discorso è stata la gestione dell’errore, definito come una componente naturale e inevitabile del lavoro arbitrale. Secondo Cantatore, un errore isolato non compromette necessariamente la qualità complessiva di una prestazione, che deve essere valutata nel suo contesto e nella sua globalità.
L’attenzione si è poi spostata sulle decisioni prese durante una partita, definite come eventi dotati di un peso specifico proporzionato alla loro rilevanza, ma che non devono oscurare l’intero operato dell’arbitro. Cantatore ha concluso ribadendo che la vera qualità di una prestazione arbitrale si misura nella capacità di mantenere controllo ed equilibrio durante l’intero incontro. Con il suo intervento, ha lanciato un messaggio forte, invitando a una valutazione più obiettiva e consapevole del ruolo arbitrale, valorizzando la complessità e l’importanza dell’attività che settimanalmente svolgiamo sul terreno di gioco. Una lezione di grande professionalità che va ben oltre il campo di gioco.